Presa di posizione sulla regolamentazione delle piattaforme di comunicazione per la protezione dei bambini
Protezione dei bambini sulle piattaforme di comunicazione – è ora di agire!
Presa di posizione di Protezione dell’infanzia Svizzera
Il 29 ottobre, il Consiglio federale ha deciso di potenziare i diritti degli utenti in ambito digitale. Ecco perché esiste al momento un avamprogetto della legge federale sulle piattaforme di comunicazione e sui motori di ricerca (LPCom). Protezione dell’infanzia Svizzera è lieta che l’avamprogetto sia finalmente stato presentato e richiede provvedimenti vincolanti, affinché bambini e adolescenti siano meglio tutelati da violenza, abusi e contenuti inadeguati. Gli obblighi contenuti nell’avamprogetto non sono sufficienti per tutelare i più piccoli. Ecco perché è importante che il maggior numero di partecipanti possibili alla consultazione richiedano che l’avamprogetto venga integrato con ulteriori provvedimenti.
Perché è necessaria una regolamentazione delle piattaforme di comunicazione?
Al giorno d’oggi, si comunica e ci si scambiano informazioni prettamente online, sulle piattaforme gestite dai gruppi tecnologici internazionali. Essi perseguono principalmente gli interessi economici e non i diritti e i bisogni di bambini e adolescenti, i quali, all’interno del mondo digitale, si trovano a confrontarsi sempre più spesso con violenza sessuale, cybermobbing, discorsi d’odio o contenuti che creano dipendenza.
Finora la reazione della Svizzera si è limitata a singole e frammentarie regolamentazioni. Serve quindi un quadro giuridico onnicomprensivo. La LPCom deve pertanto garantire che le piattaforme si assumano la responsabilità e che i più piccoli siano protetti efficacemente nello spazio digitale. Protezione dell’infanzia Svizzera ritiene che l’avamprogetto della LPCom non sia sufficiente per proteggere i bambini e richiede ulteriori misure.
Protezione di bambini e adolescenti nel mondo digitale
Protezione dalla violenza sessuale digitale
Sulle piattaforme di comunicazione, i bambini e gli adolescenti sono esposti in misura allarmante a molestie sessuali e sfruttamento.
Secondo lo studio JAMES del 2022, quasi il 50% degli adolescenti svizzeri è stato abbordato online da una persona sconosciuta con intenzioni sessuali – nel 2018 la percentuale era del 30% e nel 2014 del 19%.
Lo studio del 2024 mostra che:
- al 33% è capitato di aver incontrato estranei che volessero parlare di sesso;
- al 32% è capitato di essere approcciato con richieste indesiderate a sfondo sessuale;
- il 26% è stato incitato a inviare foto erotiche personali;
- l’8% è stato indotto a compiere atti sessuali davanti alla webcam.
I malintenzionati utilizzano i social network, le piattaforme di gaming e i servizi di messaggistica in modo mirato per contattare i bambini attirandoli poi su canali crittografati (ad es. WhatsApp). Qui restano inguaiati in conversazioni che sfociano spesso in sfruttamento sessuale, senza che nessuno se ne accorga.
Queste forme di violenza sessuale digitale comprendono:
- molestie sessuali;
- cosiddetti tentativi di grooming (preparatori agli incontri reali);
- istigazione a compiere atti sessuali davanti alla webcam;
- produzione e diffusione mondiale di immagini di abuso.
Facts & Figures
Il numero di contenuti pedocriminali in rete aumenta vertiginosamente. Il National Center for Missing and Exploited Children (NCMEC) ha registrato nel 2023 oltre 36 milioni di segnalazioni sospette e più di 100 milioni di file con contenuto offensivo – circa 250'000 di file al giorno. Tra il 2021 e il 2023, il numero di adescamenti online di minori a scopo di sfruttamento sessuale è aumentato del 300%.
In Svizzera, nel 2023 fedpol ha ricevuto 14'420 segnalazioni di casi sospetti connessi alla Svizzera: più del doppio rispetto al 2021. Secondo la Internet Watch Foundation (IWF), nel 2023 la Svizzera era il quarto Paese al mondo per il maggior numero di pagine web contenenti materiale pedocriminale, con oltre 22'500 segnalazioni.
La Svizzera deve comprendere che il suo obbligo di protezione va espletato anche in ambito digitale. I bambini non devono correre il rischio di subire gravi atti di violenza sessuale. Ecco perché le piattaforme di comunicazione devono essere obbligate per legge ad attuare misure di protezione e di prevenzione efficaci contro la violenza sessuale sui bambini.
- segnalare e cancellare immediatamente i contenuti sospetti e illegali;
- le segnalazioni devono pervenire tramite un organo ufficiale come clickandstop.ch
- collaborare con le autorità preposte al perseguimento penale e trasmettere attivamente le segnalazioni;
- eseguire analisi regolari dei rischi per valutare:
- se i bambini vengono contattati o sfruttati tramite i loro servizi,
- se vengono diffuse rappresentazioni di abusi
- introdurre misure di protezione di efficacia comprovata, conformi al grado tecnologico attuale;
- predisporre sistemi di verifica dell’età conformi in materia di protezione dei dati e stabilire un’età minima per gli account personali sui social media;
- se non esistono alternative sicure, fissare l’utilizzo a partire dai 16 anni
- imporre limiti di età coerenti e prevedere sanzioni in caso di mancato rispetto.
Da qui l’importanza di una collaborazione a livello internazionale
La violenza sessuale digitale non conosce confini. Affinché i bambini in Svizzera siano tutelati allo stesso modo di quelli nell’UE, la LPCom deve stare al passo con le prescrizioni europee (ad es. Digital Services Act, regolamento europeo sulla protezione dei minori). Solo attraverso standard comuni è possibile evitare che i malintenzionati cerchino scappatoie e che le piattaforme scarichino ad altri la propria responsabilità.
Affinché i bambini e gli adolescenti in Svizzera siano protetti altrettanto efficacemente dalla violenza sessuale digitale come avviene negli altri Paesi europei, anche da noi devono essere applicate regole chiare: i gestori delle piattaforme devono assumersi la responsabilità dei servizi offerti e che risultano rischiosi e la normativa svizzera deve stare al passo con gli standard europei.
Protezione dalla violenza psicologica: cyberbullismo e hate speech (discorsi d’odio)
Un terzo di tutti gli adolescenti in Svizzera ha già subito episodi di cyberbullismo. Quasi il 40% dei giovani tra i 15 e i 16 anni riferisce di aver ricevuto commenti offensivi o discriminatori in rete, spesso a causa dell’aspetto, della provenienza o delle opinioni espresse. Molti bambini reagiscono con rabbia, tristezza o paura ai discorsi d’odio, anche se non li riguardano direttamente. Sebbene, nel 2023, la Confederazione abbia lanciato una campagna online contro il cyberbullismo, mancano di fatto provvedimenti a lungo termine.
- predisporre una semplice possibilità di segnalazione per contenuti offensivi o discriminatori;
- cancellare i discorsi d’odio nel giro di 24 ore;
- bloccare le autrici e gli autori di questi discorsi d’odio;
- garantire una moderazione trasparente ed equa, che prevenga attivamente l’hate speech.
- promuovere e finanziare a lungo termine programmi di prevenzione;
- ampliare le basi giuridiche relative all’imputabilità dell’hate speech.
Protezione dagli algoritmi che creano dipendenza e dai contenuti pericolosi
La piattaforme sono costruite in modo che le e gli utenti restino collegati il più a lungo possibile. Tale struttura espone soprattutto gli adolescenti a un utilizzo problematico di Internet.
Tra il 2017 e il 2022, in base al sistema di monitoraggio dell’UFSP (MonAM), l’utilizzo problematico è praticamente raddoppiato nei giovani tra i 15 e i 19 anni.
- Il 40% degli adolescenti tra gli 11 e i 15 anni ha già tentato di trascorrere meno tempo sui social, ma, in gran parte, senza successo.
- Quasi la metà usa i social per sfuggire alle sensazioni negative.
- Fino al 15% dei ragazzi definisce problematico l’utilizzo che fa dei social media.
Gli algoritmi mostrano ai loro utenti contenuti sempre più estremi. Accade, così, che i giovani finiscano velocemente nelle cosiddette rabbit holes, dove si trovano a confrontarsi con temi quali la depressione, l’autolesionismo, il consumo di droghe, il suicidio o i radicalismi.
- limitare i feed, per evitare scroll infiniti;
- assicurarsi che gli algoritmi non conducano a contenuti estremi;
- vietare i dark patterns, vale a dire design ingannevoli che creano dipendenza;
- avere una configurazione sicura – solo allora sarà consentito abbassare i limiti di età.
Piattaforme di comunicazione: come tutelare i bambini
Le piattaforme sono tenute a:
- eseguire analisi regolari dei rischi e rendere conto a un’autorità responsabile a livello federale;
- prevedere sanzioni in caso di violazioni (multe o limitazioni);
- finanziare un fondo di prevenzione per sostenere progetti contro la violenza sessuale digitale.
Obblighi in capo alla Confederazione
Affinché i bambini in Svizzera siano tutelati allo stesso modo di quelli nell’UE, serve agire con risolutezza:
Legislazione e sorveglianza
- Con la LPCom, la Confederazione deve obbligare tutti i provider di servizi digitali ad assumersi le proprie responsabilità.
- La Confederazione deve istituire un’autorità di vigilanza competente, che esamini le analisi dei rischi e sanzioni le violazioni.
- Sarebbe opportuno che la Svizzera armonizzasse le proprie normative con gli standard dell’UE.
Prevenzione e istruzione
- La Confederazione deve finanziare a lungo termine interventi di prevenzione e di educazione.
- La Confederazione deve informare scuole, genitori e bambini dei rischi e delle misure di protezione esistenti.
Conclusione
I bambini e gli adolescenti devono potersi muovere in sicurezza all’interno dello spazio digitale. Per poterlo fare, le piattaforme di comunicazione devono assumersi la responsabilità di fornire servizi sicuri. Sempre la Confederazione deve garantire una sorveglianza efficace e una prevenzione mirata grazie a prescrizioni normative chiare, che consentano di garantire tale protezione a livello pratico e concreto.
1 Sandra Husi-Stämpfli / Jutta Sonja Oberlin / Sarah von Hoyningen-Huene, account per teenager di Instagram: Hoffnung für den Kinderschutz?, in: Jusletter 4 novembre 2024.
2 Studio James 2022, pagg. 60-63, disponibile su: https://www.zhaw.ch/storage/psychologie/upload/forschung/medienpsychologie/james/2018/Rapporto_JAMES_2022_it.pdf
3 Studio James 2024, pag. 68 segg., disponibile in tedesco e inglese su: https://www.zhaw.ch/de/psychologie/forschung/medienpsychologie/mediennutzung/james/
4 Vedere ad es.: Stefano Caneppele et al., Mesures de protection des enfants et des jeunes face aux cyber-délits sexuels. Studio commissionato dall’Ufficio federale delle assicurazioni sociali. Luglio 2022.
Oppure anche: Alleanza globale WeProtect, Global Threat Assessment 2023, pag. 22.
5 Il NCMEC è un’organizzazione statunitense no-profit che gestisce lo sportello CyberTipline, il quale consente di segnalare i sospetti di materiale pedocriminale, tratta di minori a scopi sessuali e altre forme di sfruttamento sessuale minorile. Sia i privati sia i provider di servizi elettronici statunitensi, che in base al diritto USA hanno l’obbligo di segnalazione, possono rivolgersi al CyberTipline. Il NCMEC smista le segnalazioni sospette e le trasmette a fedpol, qualora il caso sia di competenza svizzera (cfr. anche il rapporto del Consiglio federale in adempimento dei postulati 19.4016 e 19.4105, pag. 13 segg.).
6 CyberTipline 2023 Report, disponibile in inglese su: https://www.missingkids.org/cybertiplinedata
7 La Internet Watch Foundation (IWF) è un’organizzazione no-profit con sede nel Regno Unito che gestisce lo sportello di segnalazione più grande d’Europa per il materiale pedocriminale in rete. La IWF dispone anche della facoltà giuridica di cercare attivamente questo tipo di materiale.
8 IWF Annual Report 2023, disponibile in inglese su: https://www.iwf.org.uk/annual-report-2023/trends-and-data/analysis-by-severity/
9 IWF Annual Report 2023, disponibile in inglese su: https://www.iwf.org.uk/annual-report-2023/trends-and-data/analysis-by-age/
10 Rapporto annuale fedpol 2023, disponibile su:
https://fedpol.report/it/report-2023/fedpol-in-cifre/pedocriminali-in-agguato/
e anche il rapporto del Consiglio federale in adempimento dei postulati 19.4016 e 19.4105, pag. 15.
11 La IWF smista i casi sospetti. Nella statistica della IWF qui citata, sono registrate le segnalazioni contenenti materiale pedocriminale che costituiscono reato in base alla legislazione britannica e il cui URL fa riferimento a un server in Svizzera. Disponibile in inglese su:
https://www.iwf.org.uk/annual-report-2023/trends-and-data/geographical-hosting-urls/
12 ECPAT, Eurochild, Terre des Hommes Netherlands, Down to Zero. VOICE Project, Speaking up for change. Children’s and caregivers’ voices for safer online experiences, 2024, disponibile in inglese su:
https://ecpat.org/resource/voice-report-speaking-up-for-change-childrens-and-caregivers-voices-for-safer-online-experiences/
13 Alleanza globale WeProtect, Global Threat Assessment 2023, pag. 8.
14 Il termine «abuso sessuale» non viene utilizzato da Protezione dell’infanzia Svizzera in quanto svilente. Nel presente documento viene impiegato unicamente per non falsare il testo ufficiale tedesco della strategia UE o comunque la legislazione UE in base alla Gazzetta ufficiale dell’Unione europea (EUR-Lex).
15 Sandra Husi-Stämpfli / Jutta Sonja Oberlin / Sarah von Hoyningen-Huene, account per teenager di Instagram: Hoffnung für den Kinderschutz?, in: Jusletter 4 novembre 2024, pag. 4 segg.
16 https://www.gov.uk/government/publications/online-safety-act-explainer/online-safety-act-explainer
18 Külling, Céline, et al. (2024). JAMES: Giovani, attività, media – rilevamento Svizzera, pag. 63 segg.
19 EU Kids Online 2019, pag. 40.
20 Külling et al.: JAMESfocus, Discorsi d’odio in Internet, 2021, pag. 14 (link).
21 Mozione 20.3687 «Campagna sui media sociali contro bullismo e ciberbullismo tra i bambini e i giovani» (link).
22 Indicatore «Utilizzo problematico di Internet (età: 15+)», https://ind.obsan.admin.ch/it/indicator/monam/utilizzo-problematico-di-internet-eta-15
23 Delgrande Jordan M. & Schmidhauser V. (2023). Comportements en ligne des 11 à 15 ans en Suisse – Situation en 2022 et évolution récente – Résultats de l’étude Health Behaviour in School-aged Children (HBSC) (rapport de recherche No 154), 2023, pag. 7 (link).
24 Indicatore «Utilizzo problematico dei social media (età: 11–15)», https://ind.obsan.admin.ch/it/indicator/monam/utilizzo-problematico-dei-social-media-eta-11-15
25 Obsan: Suizidales Erleben und Verhalten in der Bevölkerung in der Schweiz, 2023, pagg. 1-3.
26 Külling, Céline, et al. (2024). JAMES: Giovani, attività, media – rilevamento Svizzera, pag. 72.
27 Rapporto del Consiglio federale in adempimento dei postulati 22.3145 e 22.3017, CPS-N, «I Cantoni sono pronti per il cyber-perseguimento penale?».