Potenziali vittime di tratta di minori nel settore dell’asilo

Una procedura di asilo a più livelli offre l’opportunità di ottenere i segnali di una situazione di sfruttamento durante diverse fasi, poiché in ogni fase del processo di asilo il minore entra in contatto con nuovi soggetti e ciascuno di loro può dare un importante contributo al riconoscimento di una vittima.

Il minore ha però anche bisogno di poter contare su un rapporto di fiducia per parlare della sua situazione di sfruttamento.

Al contrario dei minori che soggiornano in Svizzera di nascosto, i minori richiedenti asilo, accompagnati e non, si trovano già all’interno di un sistema di protezione. Tuttavia, tale protezione può funzionare solo se tutte le persone di contatto sono state sensibilizzate riguardo alla tratta di minori e ad altre situazioni di sfruttamento. Inoltre, la minore età è spesso messa in dubbio. Non appena la Segreteria di Stato della migrazione (SEM) dichiara una persona maggiorenne, essa perde i diritti speciali per la tutela dei minori nell’ambito della procedura d'asilo (ad es. alloggio separato), anche se la decisione riguardo all’età viene impugnata e non è pertanto ancora definitiva.

Da un lato, la procedura d’asilo a più livelli offre l’opportunità di ottenere segnali di una situazione di sfruttamento nel corso di diverse fasi. Infatti, in ogni fase della procedura d’asilo il minore viene in contatto con nuovi soggetti e ognuno di essi può fornire un importante contributo al riconoscimento di una vittima. Dall’altro lato, per poter raccontare della sua situazione di sfruttamento, un minore necessita di un rapporto di fiducia. Tuttavia, nella procedura d'asilo accelerata, spesso resta troppo poco tempo per costruire un rapporto di questo tipo. Inoltre, ogni procedura d'asilo si basa su logica, congruenza e credibilità del racconto dei richiedenti e tale elemento, fondamentale per la procedura, è in netto contrasto con il comportamento di una vittima di tratta di minori. Le vittime, di norma, non si considerano tali e pertanto, nell'ambito della procedura d'asilo, non raccontano la propria vera storia, ma in genere ripetono storie poco plausibili, che sono state loro inculcate dagli sfruttatori. Con ogni probabilità il minore non ha un atteggiamento cooperativo e si rifiuta di deporre per paura di dire qualcosa di sbagliato. Il minore non ha fiducia nelle autorità per via delle brutte esperienze vissute nel suo Paese di origine o dei racconti dei suoi sfruttatori. La paura delle loro minacce e il senso di vergogna minano ulteriormente la disponibilità a deporre.1

Le vittime minorenni della tratta di esseri umani necessitano di molta fiducia e molto tempo prima, per prendere coscienza della propria situazione di sfruttamento e, successivamente, per riuscire a parlarne. Perfino dopo che un minore ha acquisito la necessaria fiducia e parla del proprio sfruttamento, raramente il suo racconto corrisponde a una storia coerente e priva di lacune a causa dell’esperienza traumatica vissuta. Nel contesto della procedura d'asilo, ciò può far sì che il racconto non venga considerato plausibile. Inoltre, la fuga e la procedura d'asilo rappresentano un rischio perfino per i minori che non venivano sfruttati già nel proprio Paese d’origine o che sono stati portati in Svizzera a tale scopo. In primo luogo, molte persone profughe (minorenni) vengono sfruttate durante il viaggio verso la Svizzera oppure dopo il loro arrivo in un Paese europeo terzo considerato sicuro. In secondo luogo, i minori, dopo il loro arrivo e la presentazione della domanda di asilo in Svizzera, sono particolarmente vulnerabili ed esposti allo sfruttamento (ad es. se devono lavorare per restituire gli elevati costi di viaggio sostenuti per arrivare in Svizzera, oppure se passano alla clandestinità in vista o a seguito di una decisione negativa).

Anche i minori accompagnati da persone legittimate a esercitare la potestà genitoriale possono trovarsi in una situazione di pericolo. A tale proposito bisogna fare distinzione tra i casi in cui le persone legittimate a esercitare la potestà genitoriale o che si fingono tali contribuiscono alla situazione di sfruttamento e quelli in cui tali persone non sono in grado di difendere davvero il minore. In entrambi i casi, deve essere informata l’Autorità di protezione dei minori e degli adulti (ARP/APMA). In un team interdisciplinare (in base al caso composto da ARP/APMA, rappresentante legale/persona di fiducia, consultorio per vittime di reati, medico o psicologo/a curante e SEM) devono essere definite le misure adatte alla situazione specifica. (Esempio procedura di asilo)

1 Cfr. Circolare FIZ n. 51, p. 8, nonché Hoffmann 2013, p. 16.

shopping_cart
Vai al carrello
0