Decenni di impegno di Protezione dell’infanzia Svizzera danno i loro frutti
Fin dalla fondazione di Protezione dell’infanzia Svizzera avvenuta 40 anni fa, nel 1982, come «Associazione svizzera per la protezione dell’infanzia», l’educazione non violenta è stato uno dei nostri aspetti prioritari. L’impegno non è mai stato solo politico. Protezione dell’infanzia Svizzera si è sempre rivolta direttamente anche agli educatori, indicando alternative alla violenza. Con diverse campagne di prevenzione, negli ultimi anni siamo riusciti a sensibilizzare i genitori e a mobilitare con successo l’opinione pubblica. Inoltre, Protezione dell’infanzia Svizzera ha sostenuto tutte le iniziative politiche che esigevano l’introduzione del diritto all’educazione non violenta.
La mozione della consigliera nazionale Christine Bulliard-Marbach porta finalmente al successo
Ciò che il Consiglio nazionale stava caldeggiando già nel 1996, e che era stato respinto nel frattempo per l’ennesima volta, ottiene ora la necessaria maggioranza anche nel Consiglio degli Stati. Il Consiglio federale viene incaricato di sancire il diritto a un’educazione non violenta nel Codice civile. Un grande segnale per la protezione dei minori in Svizzera.
Una pluriennale rivendicazione del Comitato per i diritti del fanciullo dell’ONU viene finalmente soddisfatta
Il Comitato per i diritti del fanciullo delle Nazioni Unite aveva ripetutamente sollecitato, con urgenza, la Svizzera a sancire per legge il diritto del bambino a un’educazione non violenta. 23 su 27 Stati dell’Unione europea hanno già varato una simile normativa. La Svizzera è ora il sessantacinquesimo Paese al mondo ad ancorare il diritto a un’educazione non violenta a livello giuridico. «Anche se la richiesta dovrà essere nuovamente approvata, come progetto di legge concreto, dall’Assemblea federale, il diritto a un’educazione non violenta sarà presto una realtà anche in Svizzera», afferma con soddisfazione la Presidente del Consiglio di fondazione, Yvonne Feri.
I prossimi passi
La mozione passa ora al Consiglio federale, che elaborerà un progetto di legge. Si può ipotizzare che nell’attuazione si appoggerà in larga misura alla formulazione citata nel rapporto sul postulato riguardante l’educazione non violenta. «Oggi la politica ha chiarito che gli schiaffi, i calci e i colpi non sono mezzi educativi, ma violenza contro i bambini. Noi di Protezione dell’infanzia Svizzera siamo soddisfatti, restiamo focalizzati sul tema e continuiamo a essere a disposizione dei genitori, dei gruppi professionali, della politica e dei media», afferma la Direttrice di Protezione dell’infanzia Svizzera, Regula Bernhard Hug.