Il Consiglio federale non ha colto l’occasione per proteggere efficacemente i bambini dalla prostituzione infantile, dalla pe-dopornografia e dalla tratta di minori

Adottando il pacchetto di misure per attuare le raccomandazioni del Comitato ONU per i diritti del fanciullo.
martedì, 1 dicembre 2020
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Nel pacchetto di misure adottato oggi per attuare le raccomandazioni del Comitato ONU per i diritti del fanciullo, il Consiglio federale ha rinunciato ad attuare le raccomandazioni legittime rivolte alla Svizzera concernenti la prostituzione infantile, la pedopornografia e la tratta di minori.

Protezione dell’infanzia Svizzera è estremamente delusa e irritata. «Per colmare questa lacuna è necessario uno sforzo coraggioso, chiaro e coordinato di Confederazione e Cantoni. La Confederazione e i Cantoni hanno l’obbligo di proteggere tutti i minori in Svizzera», afferma Yvonne Feri, presidente del Consiglio di fondazione di Protezione dell’infanzia Svizzera.

Il coordinamento richiesto avviene solo puntualmente ed è ostacolato da ristrutturazioni all’interno dell’Amministrazione

Il Comitato ONU per i diritti del fanciullo chiede alla Svizzera un coordinamento interdisciplinare per garantire la protezione contro la prostituzione infantile, la pedopornografia e la tratta di minori. La Confederazione e i Cantoni assicurano tuttavia solo in maniera puntuale la funzione di coordinamento. Dove esistono organi di coordinamento, per esempio all’interno dell’Ufficio federale di polizia, il loro operato è ostacolato da ristrutturazioni e risorse limitate. Anche il ruolo di coordinamento del Servizio di coordinazione contro la tratta di esseri umani e il traffico di migranti (SCOTT) è sempre più spesso messo in dubbio da Protezione dell’infanzia Svizzera e da altre organizzazioni competenti.

Lo sfruttamento sessuale di minori resta impunito

Nelle raccomandazioni del 2015, il Comitato ONU per i diritti del fanciullo aveva espresso particolare preoccupazione per il fatto che in Svizzera non esiste una fattispecie di reato specifica per il cosiddetto grooming, ossia l’adescamento di minori allo scopo di compiere atti sessuali. Anche le molestie sessuali su minori restano impunite. «Il Consiglio federale deve immediatamente dichiarare passibile di pena ogni forma di contatto con minori volta al proprio soddisfacimento sessuale a scapito del benessere dei minori. Bisogna agire rapidamente poiché in Svizzera le molestie sessuali su bambini e adolescenti aumentano di anno in anno», osserva Xenia Schlegel, direttrice di Protezione dell’infanzia Svizzera.

La base di dati richiesta resta lacunosa e non è previsto alcun miglioramento

Nel 2015, il Comitato per i diritti del fanciullo aveva criticato l’assenza in Svizzera di una rilevazione sistematica di dati sulla prostituzione infantile, sulla pedopornografia e sulla tratta di minori. Mancano così le conoscenze di base per adottare misure mirate di lotta contro questi reati. A questo proposito, Protezione dell’infanzia Svizzera condivide la reazione della Rete svizzera diritti del bambino al pacchetto di misure (comunicato stampa del 19 dicembre 2018: www.netzwerk-kinderrechte.ch) e la rivendicazione di una migliore base di dati nel contesto della Convenzione dei diritti del fanciullo e dei suoi Protocolli opzionali. Con il pacchetto di misure, il Consiglio federale non ha colto l’occasione per proteggere i bambini migliorando durevolmente la base di dati sulla prostituzione infantile, sulla pedopornografia e sulla tratta di minori.

 

 

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