Giornata per i diritti dell’infanzia: con autoadesivi nei parchi giochi contro lo «Sharenting» (la condivisione della genitorialità)

In occasione della Giornata internazionale per i diritti dell’infanzia, la Protezione dell’infanzia Svizzera richiama l’attenzione sui pericoli dello «Sharenting» («to share» [condividere] / «parenting» [genitorialità]). Diffondere in Internet fotografie e video può avere per i bambini delle gravi conseguenze.
sabato, 20 novembre 2021
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Oggigiorno, con lo smartphone si può scattare velocemente, in pochi secondi, una fotografia di bambini e con analoga velocità condividerla con altre persone. Una volta inviata la foto digitale, la sua diffusione non può più essere controllata.

Sensibilizzazione mediante codici QR nascosti

In un parco giochi i bambini vengono fotografati molto spesso. Per prevenire i pericoli derivanti dalla diffusione di foto di bambini in rete, la Protezione dell’infanzia Svizzera ha avviato nel parco giochi zurighese Heuried un progetto pilota. Su scivoli, strutture per l’arrampicata e altalene vengono applicati degli autoadesivi decorati con allegri motivi infantili. Questi autoadesivi contengono un codice QR, non immediatamente individuabile a prima vista, che attiva sullo smartphone una notifica push non appena i genitori scattano una foto al loro bambino mentre si diverte su questi giochi. Sullo schermo dello smartphone compare un avvertimento di «Sharenting». Chi ha effettuato la fotografia viene convogliato su privacy-playground.ch e lì sensibilizzato sui pericoli esistenti in merito al tema delle fotografie di bambini in rete. Perché nel caso di fotografie di bambini vale il detto: #SharingIsNotCaring. Protezione dell’infanzia Svizzera sta progettando di dotare altri parchi giochi per bambini in tutta la Svizzera con gli «autoadesivi Privacy-Playground».

 

Nessuna cattiva intenzione ...

Mentre la protezione dei bambini è per i genitori un aspetto normale della vita quotidiana, nello spazio digitale le cose vanno spesso in modo molto diverso. «I bambini hanno un diritto sulla propria immagine. Una volta rese pubbliche, le fotografie non possono più essere rimosse dalla rete e possono finire in mani sbagliate», così si esprime Regula Bernhard Hug, Direttrice di Protezione dell’infanzia Svizzera. L’articolo 16 della Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia afferma che anche i bambini hanno diritto alla loro sfera privata. Senza il loro consenso non possono essere fotografati e men che meno le loro foto essere pubblicate online.

... ma gravi conseguenze

Può rapidamente capitare che un’istantanea messa in circolo su Facebook finisca su piattaforme con contenuti pedopornografici e che con apposite app di riconoscimento facciale possano essere rese pubbliche in modo incontrollato lungo tutto il corso della vita. O che una foto di minori metta in moto il dramma del mobbing. Le fotografie possono anche dare il via al problema del Cyber-Grooming (adescamento informatico di bambini/giovani con scopi sessuali). Chi pubblica fotografie su Instagram, Whatsapp e simili, deve essere consapevole che questi offerenti rivendicano nelle loro CGC il diritto di divulgare o perfino di rivendere a terzi le immagini degli utenti. Un’innocente fotografia familiare può così essere usata senza chiedere alcun permesso.

Così si protegge l’infanzia

Protezione dell’infanzia Svizzera raccomanda di chiedersi sempre prima della pubblicazione di foto di bambini: con questa fotografia, il bambino viene messo in pericolo? Viene danneggiato o umiliato? Viene mostrato in una situazione intima? Si può riconoscere il viso del bambino? Se a tutte queste domande si può rispondere «no» e se si ha anche il consenso della persona fotografata – per i bambini piccoli la responsabilità è dei genitori che decidono in base a quanto è necessario per il bene del bambino – allora sono soddisfatte le premesse per poter condividere le immagini in Internet. In caso di dubbio si dovrebbe sempre rinunciare alla condivisione a tutto vantaggio del bene del bambino.

Trovate ulteriori informazioni qui.

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