I bambini hanno diritto a un'educazione non violenta. Oggi è il «No Hitting Day».

In Svizzera le punizioni corporali sui figli non sono mai state una rarità.
martedì, 1 dicembre 2020
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Secondo lo studio, circa la metà dei genitori usano punizioni corporali, anche se non «nel quadro di un approccio educativo ragionato e deliberato». Capita, infatti, che in determinate situazioni i genitori perdano la pazienza e spesso non ve-dano altra soluzione che ricorrere alla violenza. Ancora più frequenti delle sculacciate e delle docce fredde, subite da un bambino su venti, sono le forme di violenza psicologica. Oltre due terzi dei tutori legali usano «almeno in qualche caso, la violenza psicologica». Lo spettro spazia dalle minacce all’inti-midazione, dalla privazione dell'amore agli insulti. Circa un bambino su otto viene minacciato di abban-dono.

Per sensibilizzare i genitori al proprio comportamento e proteggere i bambini dalla violenza fisica e psi-cologica, Protezione dell'infanzia Svizzera ha lanciato in ottobre 2018 la campagna nazionale pluriennale «Idee forti: c’è sempre un’alternativa alla violenza».

L'educazione è una questione privata. La violenza sui bambini no.

L'informazione e la sensibilizzazione da sole, però, non sono sufficienti. Anche la politica è chiamata ad agire. Troppo spesso e per troppo tempo i tentativi del Parlamento di trasformare in legge il diritto a un'educazione non violenta sono rimasti lettera morta. E questo nonostante il Comitato ONU per i diritti del fanciullo abbia ripetutamente criticato la Svizzera per l'insufficiente attuazione della Convenzione sui diritti dell'infanzia ratificata dal nostro Paese nel 1997. Finora la Svizzera si è astenuta dall'imporre esplicitamente il divieto di punizioni corporali. Protezione dell'infanzia Svizzera si batte contro l'argo-mentazione, spesso ripetuta, secondo cui sancire il diritto a un'educazione non violenta sarebbe un'inge-renza all'interno della famiglia. Tuttavia, se l'educazione è una questione privata, la violenza sui bambini non lo è.

Protezione dell'infanzia Svizzera invita i parlamentari federali a sostenere la mozione intitolata «Iscri-vere nel Codice civile il divieto delle punizioni corporali e di altri trattamenti degradanti nei confronti dei minori» (n° 18.3603), per non privare ulteriormente i bambini della migliore protezione legale pos-sibile. La proposta copre l'effettiva necessità di azione e fa chiarezza a casa, a scuola e ovunque ci siano dei bambini.

Yvonne Feri, presidente del Consiglio di fondazione di Protezione dell'infanzia Svizzera, afferma: «L'i-scrizione nel Codice Civile di un'educazione non violenta è un segnale importante per tutti i genitori, i tutori legali e per noi stessi in quanto società, del fatto che riconosciamo ai bambini questo diritto e che lo vogliamo proteggere. Dopotutto i bambini non meritano niente di meno».

Ulteriori informazioni sul «No Hitting Day» e sulle dichiarazioni dei politici nazionali in materia sono disponibili al sito www.protezioneinfanzia.ch.

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Tamara Parham
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