Protezione dell’infanzia Svizzera punta sui peluche, testimoni silenti della violenza

Purtroppo in molte famiglie che vivono in Svizzera le esperienze di violenza continuano a essere all’ordine del giorno.
mercoledì, 4 novembre 2020
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In questa fase della sua campagna di sensibilizzazione, Protezione dell’infanzia Svizzera ha deciso di dare voce ai peluche, osservatori silenziosi della violenza. Prossimamente uno studio condotto su incarico di Protezione dell’infanzia Svizzera fornirà informazioni sui più recenti numeri legati ai casi di violenza.

I figli non si comportano sempre come vorrebbero i genitori e così nascono scenate, discussioni, i genitori si mettono a urlare e non di rado reagiscono infliggendo punizioni che feriscono nel corpo e nella psiche. In molte famiglie che vivono in Svizzera queste punizioni sono all’ordine del giorno e purtroppo per molte di loro fanno ancora parte delle pratiche educative.

Dal punto di vista dei peluche

I peluche sono particolarmente vicini ai bambini e quindi sono anche attori passivi degli episodi di violenza. Nei momenti in cui i piccoli si sentono soli, i peluche stanno coraggiosamente accanto a loro, offrendo loro un po’ di sostegno e di sicurezza. Questi testimoni silenziosi sono i compagni fedeli dei più piccoli e vedono le cose da una prospettiva unica. Nella loro impotente fragilità riconosciamo l’impossibilità di reagire dei bambini: i peluche, ai quali viene data voce, trasmettono così il messaggio che c’è sempre un’alternativa alla violenza. L’obiettivo è che tutti riflettano su se stessi e che i genitori adottino pratiche educative che non si basino sulla violenza fisica o psicologica. «Con questo cambiamento di prospettiva, desideriamo sensibilizzare ulteriormente la società affinché parli e agisca a favore dei bambini, invece di far parlare solo i loro peluche», afferma Regula Bernhard Hug, direttrice del segretariato centrale di Protezione dell’infanzia Svizzera.

Lo studio sul comportamento punitivo dei genitori

Su incarico di Protezione dell’infanzia Svizzera, l’Università di Friborgo sta conducendo uno studio che vuole essere un’istantanea della situazione attuale e che comprende un’analisi delle tendenze della violenza fisica e psicologica sui figli e nelle coppie in Svizzera. I risultati di questo studio verranno pubblicati in ottobre. Oltre ai dati sulla forma e sulla frequenza della violenza, vengono raccolte ulteriori informazioni, che permettano di capire meglio il contesto psicosociale della violenza in famiglia e nelle pratiche educative. L’ultimo sondaggio nell’ambito dello studio è stato condotto nel 2017.

Il tema è più attuale che mai

Nell’attesa dei risultati ai quali giungerà lo studio sul comportamento punitivo dei genitori in Svizzera, «una cosa è chiara: durante il lockdown dovuto al coronavirus, i genitori si sono trovati sotto pressione come mai prima d’ora», afferma Yvonne Feri, Presidente del Consiglio di fondazione di Protezione dell’infanzia Svizzera e Consigliera nazionale. Per questo motivo tutto l’ambiente di riferimento dei bambini deve restare vigile. «Fare in modo che tutti i bambini possano crescere in modo sicuro e dignitoso senza subire violenza, che i loro diritti vengano tutelati e che la loro integrità sia protetta resta una priorità assoluta.»

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