«Dai mamma, dai papà, contate fino a dieci»

Con «Idee di bambini forti per genitori forti: c’è sempre un’alternativa alla violenza», la fondazione Protezione dell’infanzia Svizzera lancia una campagna di sensibilizzazione pluriennale a livello svizzero sul tema dell’educazione.
martedì, 1 dicembre 2020
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I figli non si comportano sempre come vorrebbero i genitori e così nascono scenate, discussioni, i genitori si mettono a urlare o peggio ancora. In molte famiglie che vivono in Svizzera le punizioni, che feriscono nel corpo e nella psiche, usate come metodi educativi sono all’ordine del giorno e purtroppo per molte di loro fanno ancora parte delle pratiche educative. La campagna «Idee di bambini forti per genitori forti» si prefigge di stimolare il dibattito pubblico sull’argomento e di spingere l’opinione pubblica ad agire e a cambiare mentalità. La campagna prende spunto da un recente studio dell’università di Friborgo sul comportamento punitivo dei genitori che vivono nel nostro paese e sui principi dell’educazione autorevole.

 

Nel breve video che accompagna la campagna, alcuni bambini che vivono in Svizzera raccontano come reagiscono i loro genitori quando non ubbidiscono o ne combinano una. Si capisce subito che tuttora molti genitori infliggono regolarmente punizioni dolorose o umilianti quando, nello svolgere il loro compito educativo, si trovano confrontati con situazioni stressanti. Il video evidenzia chiaramente che queste misure e la relativa violenza fanno soffrire molto i bambini.

Alternative per i genitori

Cambiando la prospettiva, la campagna di sensibilizzazione dà spazio alla presa di coscienza e a idee nuove. I genitori si riconosceranno nelle testimonianze dei bambini, perché si riferiscono a situazioni stressanti che devono affrontare nella loro quotidianità educativa e che spesso li portano a confrontarsi con i propri limiti. Ma come migliorare il proprio comportamento in queste situazioni? Molti genitori si chiedono: «Come faccio, nel mio ruolo di madre o di padre, a non perdere il controllo e a evitare di usare parole inadeguate o di passare alle maniere forti?». Protezione dell’infanzia Svizzera lo ha chiesto ai bambini. Anche se apparentemente semplici, le «Idee di bambini forti per genitori forti: c’è sempre un’alternativa alla violenza.»sono molto efficaci: «Dai mamma, conta fino a dieci» oppure «Papà, mangia un po’ di cioccolata» sono proposte creative dei bambini, che mostrano ai loro genitori che fermarsi un momento può aiutarli a reagire in maniera tranquilla e ponderata. L’obiettivo è indurre un cambiamento di prospettiva nella società, che migliori la consapevolezza di quello che provano i bambini e i genitori, e che fornisca a tutte le figure educative spunti per ridurre la tensione nelle situazioni difficili.

«La campagna di sensibilizzazione vuole affrontare, senza giudicarla o criminalizzarla, la norma sociale al momento predominante in Svizzera secondo la quale ‹quando ci vuole, ci vuole›. Dopo aver punito i propri figli, la maggior parte degli adulti è tutt’altro che serena e felice. Spesso i genitori si comportano così perché non sanno che altro fare. È proprio su questa difficoltà che la campagna intende intervenire. È giunto il momento di cambiare i valori una volta per tutte e di mostrare i vantaggi dell’educazione non violenta», afferma Xenia Schlegel, direttrice della fondazione Protezione dell’infanzia Svizzera.

Risultati scioccanti

Nell’ambito dello studio rappresentativo condotto dall’università di Friborgo, un campione di genitori che vivono nel nostro paese sono stati interpellati sulle loro pratiche educative. Oltre a «sgridare» e «vietare l’uso dei media elettronici» - misure adottate molto spesso - sono stati elencati altri metodi educativi che per gli studiosi rientrano tra gli atti di violenza. È così risultato che il 44,4% dei genitori ricorre alla violenza fisica (per es. tirano i capelli ai propri figli, li picchiano, li sculacciano, fanno loro una doccia fredda). La frequenza e la forma di questi atti variano però parecchio da un caso all’altro: un genitore su venti (il 5,79%) ricorre spesso alla violenza fisica, mentre uno su tre la usa di rado. Di conseguenza, degli oltre 1,2 milioni di bambini tra uno e quindici anni che vivono in Svizzera, più di 550 000 hanno già subito punizioni corporali.

La violenza psicologica (per es. rinchiudere un bambino in una camera, minacciarlo, negargli l’amore o urlargli contro) viene utilizzata molto più spesso come misura educativa: il 68,6% dei genitori interpellati vi ha già fatto ricorso, mentre il 25,15% ammette di ricorrervi regolarmente o molto spesso. Ne consegue, quindi, che in Svizzera 310 000 bambini sono confrontati regolarmente con pratiche educative basate sulla violenza psicologica.

Gli esperti sono concordi nell’affermare che le cifre non registrate riguardanti la violenza fisica e quella psicologica perpetrate in Svizzera sono di gran lunga più elevate. Tutte le forme di violenza a cui i genitori ricorrono nell’ambito del loro compito educativo hanno conseguenze particolarmente negative, che pregiudicano la salute psicofisica e lo sviluppo dei bambini. Il mondo scientifico è concorde nell’affermare che a breve termine le punizioni potranno anche funzionare, ma a lungo termine producono gravi danni. Tutte le forme di violenza in ambito educativo, infatti, hanno in comune un fatto: violano i limiti del bambino, che in tal modo impara che non ci sono limiti. Di conseguenza, i bambini non sviluppano la capacità di riconoscere i loro limiti e quelli degli altri.

Nella quotidianità con i bambini ci vuole carattere e costanza. Educare senza punire non significa che i bambini vengano abbandonati a se stessi o che possano fare tutto quello che vogliono. I bambini forti hanno bisogno di genitori forti, di genitori disposti a porre dei limiti ai propri figli amorevolmente e tenendo conto della loro età.

 

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